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      La fortezza di confine, Sutri, rimase come il passato il punto estremo della linea militare romana, e Roma si limitò a far tenere dai comuni limitrofi, in buono stato, per uso militare, la strada che da quel punto conduceva ad Arretium(33).
      8. Nuova guerra sannitico-etrusca. La generosa nazione sannitica si accorse che la pace, a cui si era rassegnata, riusciva più rovinosa che non fosse la più sfortunata guerra, e non tardò a riprendere le armi.
      Nell'Italia superiore i Celti ricominciavano appunto a risvegliarsi dopo un lungo torpore, e parecchie città etrusche benchè sparse ed isolate, guerreggiavano tuttavia contro Roma, alternando brevi armistizi ad accaniti combattimenti, ma senza alcun tangibile risultato.
      L'Italia centrale era ancora tutta in gran fermento e in parecchi luoghi le popolazioni si erano apertamente ribellate a Roma. Le fortezze erano tuttora in costruzione e non era ancora sbarrata ogni via di comunicazione tra l'Etruria ed il Sannio.
      Forse non era ancora troppo tardi per salvare la libertà ma non v'era tempo da perdere. Le difficoltà di una riscossa crescevano, e le forze con cui tentarla diminuivano quanto più si prolungava lo stato di pace. Non erano trascorsi più di cinque anni che s'erano posate le armi, e ancora dovevano sanguinare tutte le ferite che ventidue anni di guerra avevano cagionato ai contadini del Sannio, quando la confederazione sannitica nell'anno 456 = 298 ruppe di nuovo le ostilità.
      L'ultima guerra era stata decisa principalmente dalla lega della Lucania con Roma e dalla conseguente inazione di Taranto nell'interesse di Roma.


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Storia di Roma
2. Dall'abolizione dei re di Roma sino all'unione dell'Italia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 376

   





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