Ond'è che i Sanniti, più accorti questa volta, prima d'ogni altra cosa si volsero con tutte le forze contro i Lucani, portarono al potere un governo che seguisse la loro parte e conchiusero con essi una lega.
Era naturale che i Romani dichiarassero subito la guerra, ed i Sanniti altro non desideravano. Valga a provare lo spirito di quel popolo la dichiarazione fatta dal governo sannitico agli ambasciatori romani, che esso non sarebbe in grado di garentire la loro inviolabilità se i Romani avessero messo piede sul suolo sannitico.
La guerra s'accese dunque nuovamente (456 = 298) e mentre un secondo esercito combatteva nell'Etruria, il grande esercito romano attraversava il Sannio e obbligava i Lucani alla pace e ad inviare ostaggi a Roma.
L'anno seguente entrambi i consoli furono in grado di volgere le loro armi contro il Sannio; Rulliano riportò una vittoria presso Tiferno, il suo fedele compagno d'armi Publio Decio Mure presso Malevento, e per lo spazio di cinque mesi i due eserciti romani rimasero accampati nel paese nemico. Ciò fu loro possibile perchè gli stati etruschi avevano per proprio conto intavolato delle trattative di pace con Roma.
I Sanniti, i quali dovevano avere riposta la possibilità della vittoria contro Roma unicamente nell'unione di tutta l'Italia, fecero ogni sforzo per istornare la rovinosa pace separata tra l'Etruria e Roma; e solo quando finalmente il loro duce Gellio Ignazio offrì agli Etruschi di andare a soccorrerli nel loro proprio paese, il consiglio federale etrusco assentì a perseverare ed a ricorrere un'altra volta alla fortuna delle armi.
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Storia di Roma
2. Dall'abolizione dei re di Roma sino all'unione dell'Italia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 376 |
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