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      La piazza d'armi degli Italici era l'Umbria, ove convergevano le strade provenienti dai paesi dei Galli, degli Etruschi e dei Sabelli, ed alla volta dell'Umbria, lungo le due rive del Tevere, diressero anche i consoli le loro maggiori forze, mentre la prima riserva moveva nel tempo stesso verso l'Etruria con l'intento di spaventare gli Etruschi e far che richiamassero, per difendersi dall'incursione, le loro truppe dai luoghi ove si dovevano decidere le sorti della guerra.
      Il primo scontro non fu fortunato per i Romani: la loro avanguardia fu battuta dalle truppe congiunte dei Galli e dei Sanniti nel territorio di Chiusi. Ma la diversione a danno dell'Etruria conseguì il suo intento; meno generosi dei Sanniti, i quali avevano attraversate le rovine delle loro città per non mancare alla posta, e per prender parte alla battaglia definitiva, una gran parte delle milizie etrusche, alla notizia che la riserva dei Romani aveva fatto irruzione in Etruria, abbandonò l'esercito federale. Ond'è che le file degli alleati erano assai diradate allorchè si venne alla battaglia decisiva presso Sentinum, sul pendio orientale dell'Appennino.
      Ciò non ostante la vittoria fu lungamente e vivamente contrastata. Sull'ala destra dei Romani, dove alla testa delle due legioni combatteva Rulliano contro l'esercito sannitico, la battaglia rimase lungamente indecisa; sulla sinistra, comandata da Publio Decio, la cavalleria romana fu messa in iscompiglio dai carri di guerra dei Galli, e già anche le legioni cominciavano a piegare.


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Storia di Roma
2. Dall'abolizione dei re di Roma sino all'unione dell'Italia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 376

   





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