Non furono fondate qui nuove città federali con gli stessi diritti, ed il territorio venne posto invece sotto l'immediata sovranità di Roma, la quale così si estendeva fino all'Appennino e ai monti umbri.
Ma già questo limite non pareva sufficiente: l'ultima guerra aveva chiaramente dimostrato che la signoria romana sull'Italia centrale era possibile soltanto se andava da mare a mare.
Lo stabilirsi dei Romani al di là dell'Appennino, incominciò colla costruzione della poderosa fortezza di Hatria (Atri) nell'anno 465 = 239, prossima al mare e pietra di confine del potente cuneo che separa l'Italia settentrionale dalla meridionale.
In egual modo e di maggiore importanza fu la costruzione di Venusia (463 = 291) dove fu posto il ragguardevole contingente di 20.000 coloni. Questa città, posta ai confini tra il Sannio, l'Apulia e la Lucania, in una fortissima posizione sulla grande strada tra Taranto ed il Sannio, era destinata ad esser la Bastiglia delle popolazioni di quelle regioni, e prima di tutto ad interrompere i contatti tra i due più potenti nemici di Roma nell'Italia meridionale. Nello stesso tempo anche la strada meridionale che Appio Claudio aveva condotta fino a Capua, fu di là prolungata fino a Venusia.
Così si estese il territorio romano, chiuso e composto cioè esclusivamente di comuni di diritto romano o latino, alla fine delle guerre sannitiche: a settentrione fino alla selva Ciminia, a oriente fino agli Abruzzi, a sud fino a Capua, mentre i due posti avanzati di Luceria e di Venusia, situati ad oriente e a mezzogiorno delle linee di contatto degli avversari, lo isolavano in ogni direzione.
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Storia di Roma
2. Dall'abolizione dei re di Roma sino all'unione dell'Italia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 376 |
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