Era veramente un compito degno di un gran re dell'Ellade quello di difendere gli Elleni della Sicilia dalla pressione cartaginese e i Tarentini dalla minaccia romana, liberando inoltre il commercio tra i due mari dalla pirateria.
Le ambasciate italiche, come quella dei Bruzi, dei Lucani, degli Etruschi(34), le quali insieme con molte altre accorse da ogni parte del mondo in Babilonia, dovevano avere contribuito non poco a far conoscere le condizioni della penisola e ad avviarvi delle relazioni.
Cartagine, intimamente legata per tante ragioni con l'oriente, non poteva non attirare l'attenzione del grande uomo, ed è probabile ch'egli pensasse, fra tant'altre cose, anche di convertire la supremazia nominale del re dei Persi sulla colonia di Tiro in un dominio effettivo; di che dovevano aver avuto sospetto i Cartaginesi, come ce lo prova la spia fenicia che essi mantenevano alla corte di Alessandro.
Tuttavia, o sogni o fermi disegni che fossero questi, il re morì senza aver messo mano agli affari d'occidente e quei pensieri discesero con lui nella tomba.
Il solo Alessandro, e per brevissimi anni, tenne raccolta nelle sue mani tutta la luce intellettuale dell'ellenismo, tutta la forza materiale dell'oriente. Nè può dirsi, che con la sua morte andasse perduta l'opera di tutta la breve sua vita: la diffusione dell'ellenismo in oriente; ma l'impero, appena messo insieme, andò ben tosto in frantumi, e tra le incessanti contese dei diversi stati che si venivano formando dalle rovine della monarchia alessandrina, la propaganda della coltura greca in oriente, se non fu abbandonata, rimase però indebolita e rallentata.
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Storia di Roma
2. Dall'abolizione dei re di Roma sino all'unione dell'Italia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 376 |
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