Il mareggiare continuo delle guerre e delle sommosse non permise nè agli stati greci nè agli asiatico-egizi di provarsi a fermare il piede in occidente e di volgere le loro forze contro i Cartaginesi o contro i Romani.
Il sistema degli stati d'oriente e quello degli stati occidentali si reggevano l'uno accanto all'altro senza che politicamente venissero a contrapporsi, il che può, con più stretta verità, dirsi di Roma, la quale rimase affatto estranea alle complicazioni dell'età dei diadochi(35). Tra l'uno e l'altro mondo stabilirono solo relazioni economiche; così, ad esempio, la repubblica di Rodi, che teneva il primo posto tra gli stati marittimi della Grecia e in quel tempo di guerre incessanti era come la mediatrice universale del commercio, concluse l'anno 448 = 306 un trattato con Roma, quale poteva conchiudersi tra un popolo di mercanti e i padroni delle marine di Cere e della Campania.
Persino le relazioni che esistevano naturalmente tra le colonie italiche e la Grecia, come tra Taranto e Sparta sua madre patria, non contribuivano che in modo affatto secondario alle spedizioni di compagnie mercenarie, che dall'Ellade, in quei tempi mercato generale di soldati di ventura, si facevano, come per altri paesi, anche per l'Italia e principalmente per Taranto. Queste spedizioni non erano, a dir vero, che affari di commercio, e sebbene Sparta d'ordinario somministrasse ai Tarentini i capitani per le guerre d'Italia, non trascorse perciò a nessun'ostilità contro gli Italici, allo stesso modo che nella guerra della indipendenza americana gli stati della Germania non entrarono in alcuna lotta cogli stati dell'unione benchè vendessero i propri sudditi agli avversari.
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Storia di Roma
2. Dall'abolizione dei re di Roma sino all'unione dell'Italia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 376 |
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