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      E poichè dopo la fondazione di Venusia più che l'aiuto dei Lucani, a Roma era indispensabile l'alleanza con i Turini, il senato aderì alla loro richiesta ed intimò agli aggressori di non assaltare la città, che si era data ai Romani. Vedendosi così ingannati dai loro possenti alleati, che si attribuivano anche quella parte di preda bellica che ad essi era stata assegnata, i Lucani ed i Bruzi iniziarono pratiche per un'intesa col partito che nel Sannio e in Taranto parteggiava per la guerra, con lo scopo di formare una nuova lega di Italici, e allorchè i Romani inviarono loro un'ambasciata per ammonirli a cessare quei maneggi, essi trattennero prigionieri gli ambasciatori e cominciarono la guerra coll'assaltare Turio (verso l'anno 496 = 258) e nel tempo stesso coll'esortare alla federazione e alla difesa dell'indipendenza comune non solo i Sanniti e i Tarentini, ma anche gli Italici del nord, gli Etruschi, gli Umbri e i Galli.
      Si mosse di fatti la federazione etrusca e assoldò numerose schiere galliche. L'esercito romano, capitanato dal pretore Lucio Cecilio, accorso in aiuto degli Arretini, che si erano conservati fedeli, fu distrutto sotto le mura di Arretium dai Senoni venuti al soldo degli Etruschi; rimase ucciso sul campo di battaglia il pretore stesso con 13.000 dei suoi (470 = 284).
      I Senoni erano anch'essi, allora, tra gli alleati di Roma: i Romani mandarono perciò ambasciatori a lamentarsi perchè impiegavano disertori contro Roma e ad esigere la gratuita restituzione de' prigionieri.


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Storia di Roma
2. Dall'abolizione dei re di Roma sino all'unione dell'Italia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 376

   





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