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      Venuto l'inverno il re sgombrò il territorio nemico, di fronte ai due eserciti consolari, che si erano riuniti, e, acquartierato il suo esercito nelle città confederate, se ne tornò a Taranto. Allora anche i Romani cessarono le loro operazioni; l'esercito prese alloggiamento presso Firmum nel Picentino, ove per ordine del senato le legioni che erano state battute sul Liri accamparono per castigo tutto l'inverno sotto le tende.
      10. La seconda campagna. Così finì la campagna del 474 = 280. La pace separata che l'Etruria s'indusse a conchiudere proprio nel momento decisivo, e l'inattesa ritirata del re che mandò in fumo le esagerate speranze dei confederati italici, distrussero in gran parte l'impressione prodotta dalla vittoria d'Eraclea.
      I Greco-Italici cominciarono a lamentarsi per le spese della guerra e più ancora per la poca disciplina dei mercenari acquartierati presso di loro, ed il re, stanco ormai del querulo sindacato e del contegno inconsiderato e imbelle dei suoi alleati, cominciò ad accorgersi che, malgrado tutti i successi della tattica, il compito toccatogli in sorte era politicamente impossibile. L'arrivo d'una ambasceria romana composta di tre consolari, tra i quali era il vincitore di Turio, Gaio Fabricio, ridestò per un momento in lui le speranze di pace; ma si venne subito in chiaro che essa non aveva altro incarico che quello di trattare il riscatto e lo scambio dei prigionieri.
      Pirro negò tale baratto, ma licenziò sulla parola d'onore tutti i prigionieri affinchè potessero assistere alla festa dei saturnali.


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Storia di Roma
2. Dall'abolizione dei re di Roma sino all'unione dell'Italia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 376

   





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