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      Nel costruire queste nuove fortezze e le strade s'ebbe ancora da combattere contro le piccole popolazioni, di cui con quelle opere si sminuivano o tagliavano i territori; per questa ragione si guerreggiò con i Picentini (485-486 = 269-268) buon numero dei quali fu trasferito nei dintorni di Salerno; con i Salentini (487-488 = 267-266), e coi Sassinati Umbri (487-488 = 267-266), i quali, a quanto pare, avevano occupato il territorio di Arimino dopo la cacciata dei Senoni.
      E con queste provvidenze Roma estese la sua signoria su tutta l'Italia meridionale, dall'Appennino al mar Ionio.
      15. Condizioni marittime. Prima di esaminare l'ordinamento politico, col quale da Roma veniva governata l'Italia così unita, ci rimangono da considerare le condizione marittime nel quarto e nel quinto secolo.
      In quell'età due erano, in sostanza, le città che si disputavano la signoria del mare d'occidente: Siracusa e Cartagine. Ma quest'ultima, malgrado i successi favorevoli che per qualche tempo avevano ottenuto sul mare Dionigi (dal 348 al 369 = 406 al 385), Agatocle (dal 437 al 465 = 317 al 289) e Pirro (dal 476 al 478 = 278 al 276), veniva acquistando sempre maggiore prevalenza sulla rivale, che rapidamente declinava, fino a non aver più che una marineria di second'ordine.
      In quanto all'Etruria, la sua importanza marittima era finita del tutto; la Corsica, rimasta per lungo tempo sotto la dominazione etrusca, venne, se non in possesso dei Cartaginesi, certo sotto la loro signoria marittima. Taranto, che per qualche tempo si era pure sostenuta, dopo l'occupazione dei Romani non diede più segni di vita.


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Storia di Roma
2. Dall'abolizione dei re di Roma sino all'unione dell'Italia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 376

   





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