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      Nell'anno 443 = 311 furono oltre a ciò, per deliberazione pubblica presa appositamente, eletti due ammiragli (duoviri navales). Le forze di mare cominciarono nella guerra con i Sanniti a dar mano a quelle di terra concorrendo all'espugnazione di Nuceria. E forse si deve riferire a questi tempi anche la famosa spedizione d'una flotta romana di venticinque vele per trasportare una colonia in Corsica, della quale spedizione parla Teofrasto nella sua «Storia delle piante», l'anno 447 = 307.
      Il nuovo trattato concluso con Cartagine l'anno 448 = 306 prova però quanto fosse scarso il frutto di queste misure. Mentre i capitoli del primo trattato dell'anno 406 = 348 che si riferivano all'Italia e alla Sicilia, furono conservati nel nuovo trattato, venne in esso vietato ai Romani non solo di navigare nelle acque orientali, ma anche di spingersi nel mare Atlantico, di cui nel vecchio trattato non si parlava, e di trafficare coi sudditi cartaginesi in Sardegna e in Africa, cosa che prima era concessa, e fors'anche di prendere stabile dimora in Corsica(43), cosicchè non rimanevano aperti ai commerci di Roma altri paesi fuori della Sicilia cartaginese e di Cartagine stessa.
      In tutto questo ci si manifesta la crescente gelosia della potenza che allora dominava il mare, e a cui dava ombra l'estendersi della signoria dei Romani a tanti lidi. Cartagine costrinse i Romani a rassegnarsi al sistema proibitivo ed a lasciarsi escludere dagli scali di commercio sì nel levante che nell'occidente, giacchè il trattato relegava la loro navigazione entro l'angusto spazio del Mediterraneo occidentale.


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Storia di Roma
2. Dall'abolizione dei re di Roma sino all'unione dell'Italia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 376

   





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