Pagina (257/376)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      La vera cittadinanza romana godeva tutti quei diritti che era possibile dare senza distruggere il concetto d'una repubblica urbana e d'un comune locale. Il vecchio territorio civico, in virtù delle successive assegnazioni, era stato esteso in modo che facevano parte del territorio agricolo romano l'Etruria meridionale fino a Cere e Faleri, i territori tolti agli Ernici del Sacco e dell'Aniene, gran parte della Sabina e tutta la pianura pontina. Questi cittadini domiciliati fuori di Roma non avevano un proprio ordinamento comunale ed una amministrazione propria, e sul loro territorio sorgevano soltanto piccoli mercati (fora et conciliabula); in posizione non molto diversa si trovavano i cittadini trapiantati nelle colonie marittime già menzionate; ad essi rimase pure l'assoluto diritto di cittadinanza romana e la loro amministrazione autonoma contava poco.
      Pare che verso la fine di questo periodo il comune di Roma abbia incominciato a conceder ai prossimi comuni cittadini passivi, di uguale e di affine nazionalità, il diritto di cittadinanza assoluta; ciò che prima di tutti ottenne probabilmente Tuscolo(45), e lo stesso accadde forse per gli altri comuni di cittadinanza passiva nel Lazio propriamente detto, e questo principio fu quindi esteso alle città sabine, le quali, senza dubbio, erano già allora sostanzialmente latinizzate, ed avevano date sufficienti prove della loro fedeltà nell'ultima grave guerra.
      A queste città, anche dopo il loro ingresso nella lega cittadina romana, rimase la limitata amministrazione autonoma, che già godevano nel loro precedente ordinamento giuridico.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia di Roma
2. Dall'abolizione dei re di Roma sino all'unione dell'Italia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 376

   





Etruria Cere Faleri Ernici Sacco Aniene Sabina Roma Roma Tuscolo Lazio