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      L'abolizione della lega dei comuni latini, come pure quella dell'uguaglianza giuridica d'un tempo e la perdita dei più importanti diritti politici, sono già stati narrati. Con la compiuta sottomissione d'Italia si fece un passo avanti e si cominciò pure a limitare i diritti individuali dei singoli e specialmente quelli relativi alla libertà di andare e venire.
      Per il comune di Arimino, fondato nell'anno 486 = 268, come pure per tutti i comuni autonomi fondati più tardi, questo privilegio venne limitato, di fronte ai primitivi sudditi, all'uguaglianza del diritto privato e a quello dei cittadini romani in quanto al commercio, cambiamento di domicilio e diritto di successione(47).
      Verso questo tempo fu probabilmente anche limitato il diritto concesso prima ai comuni latini fondati precedentemente, per il quale ogni cittadino, che si trasferisse a Roma, vi poteva acquistare l'assoluta cittadinanza; e per le colonie latine, fondate più tardi, questo diritto venne elargito solo a coloro che nella loro patria erano giunti alla suprema carica della repubblica.
      Qui appare chiara la compiuta trasformazione della posizione di Roma. Perchè fino a quando essa rimase il primo, ma pur sempre uno dei tanti comuni italici, l'accesso all'illimitato diritto di cittadinanza romana veniva considerato come un progresso per il comune accogliente, e l'acquisto di questo diritto di cittadinanza era stato facilitato in tutti i modi ai non cittadini, anzi qualche volta era stato loro imposto come punizione.


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Storia di Roma
2. Dall'abolizione dei re di Roma sino all'unione dell'Italia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 376

   





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