Questi gradi, in processo di tempo devono avere acquistata un'importanza crescente, poichè vediamo che, se prima la nomina tanto degli ufficiali subalterni quanto dei superiori era lasciata all'arbitrio del supremo capitano, dall'anno 392 = 362 in poi, la nomina di una parte degli ufficiali superiori venne riservata al popolo.
Infine, anche l'antica disciplina militare fu conservata oltremodo severa. Tanto nei primi tempi come in quelli di cui parliamo, il supremo duce aveva facoltà di far mozzare il capo a chiunque servisse nel suo campo e di far battere con le verghe tanto l'ufficiale di stato maggiore quanto il semplice milite. Simili pene non venivano pronunciate solo per delitti comuni, ma anche quando un ufficiale si fosse permesso di trasgredire l'ordine ricevuto, o quando un corpo di truppa si fosse lasciato sorprendere, o si fosse sbandato.
Il nuovo ordinamento dell'esercito esigeva però una scuola militare assai più seria e più continuata della falange, in cui il centro della massa teneva insieme ordinati anche gli inesperti.
Se con tutto ciò non venne a costituirsi una vera classe militare e se l'esercito continuò a rimanere una milizia di cittadini, si venne però, con questi sforzi d'ordinamento tecnico, introducendo la novità che i militi non fossero più classificati secondo la loro sostanza, ma che si cominciasse ad ordinarli secondo gli anni di servizio. Il coscritto romano entrava nel corpo dei rorari (rorarii), armati alla leggera, che combattevano fuori di squadra e il più delle volte come frombolieri; a grado a grado da questo corpo era promosso alla prima, poi alla seconda linea, fino a che i soldati sperimentati e i veterani si trovavano infine raccolti nel corpo dei triari, limitato per numero, ma che per animo, aspetto e disciplina servisse di paragone a tutto l'esercito.
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Storia di Roma
2. Dall'abolizione dei re di Roma sino all'unione dell'Italia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 376 |
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