È ora impossibile indicare in che modo questa novità cominciasse ad introdursi, ma è possibile che le colonie cartaginesi in Sicilia abbiano servito di modello ai più antichi proprietari romani; e forse con questo metodo di condurre l'economia rurale coincide l'introduzione del frumento accanto alla spelta, che Varrone fa risalire ai tempi dei decemviri.
Più difficile riuscirebbe determinare in qual proporzione il sistema dei latifondi o delle grandi colture si fosse stabilito in questi tempi; e rileviamo soltanto dalle storie della seconda guerra punica, che questa novità appariva ancora come una eccezione e che i latifondi non avevano potuto ancora assorbire in Italia gli agricoltori. Ma là, dove i grandi proprietari si sostituivano nelle terre agli agricoltori, spariva l'antica clientela, che era appoggiata sul possesso precario, appunto in quel modo che oggi la nostra economia rurale è nata per la maggior parte dalla distruzione dei piccoli poderi, e colla mutazione dei beni censuari in terre di libero dominio signorile.
Nè si può mettere in dubbio che fu appunto l'attenuazione di questi nessi rurali ciò che più ha contribuito a peggiorare lo stato dei minuti agricoltori.
8. Traffico interno. Sul traffico interno degli Italici fra loro mancano tradizioni scritte; le sole monete ce ne forniscono qualche chiarimento.
Abbiamo già osservato, che, ad eccezione delle città greche e dell'etrusca Populonia, in Italia, durante i primi tre secoli di Roma, non fu coniata alcuna moneta e che in principio ne faceva l'ufficio il bestiame, poi il rame a peso.
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Storia di Roma
2. Dall'abolizione dei re di Roma sino all'unione dell'Italia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 376 |
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