A prova della verità di questa supposizione basterà osservare che i paesi dei Pediculi e dei Dauni, alleati e soci dei Tarentini, si ellenizzarono più compiutamente che non quello dei Salentini, il quale, quantunque più vicino a Taranto, non aveva mai lasciato di essere in contrasto con esso, e che le prime città ellenizzate, come ad esempio Arpi, non erano in riva al mare.
Perchè poi l'ellenismo prevalesse più presto in Apulia che in qualunque altro paese italico, è spiegato in parte con la posizione geografica di quella regione, in parte con la poca saldezza della sua coltura nazionale e in parte ancora dall'origine delle sue genti, più affini alla schiatta greca di tutte le altre genti italiche che le stavano a contatto.
Ma noi abbiamo già osservato che anche le schiatte sabelliche meridionali, benchè da principio facessero a gara coi tiranni di Siracusa per combattere e sradicare l'ellenismo dalla Magna Grecia, nondimeno a forza di convivere e di commerciare con i Greci, presero a parlarne la lingua alternandola col proprio dialetto, come avvenne ai Bruzi e ai Nolani, e per lo meno adottarono la scrittura e i costumi dei Greci, come fecero i Lucani e una parte dei Campani.
Anche l'Etruria ci manifesta i principi d'una trasformazione simile, come ce lo provano le mirabili scoperte dei vasi di quest'epoca nei quali essa gareggia con la Campania e con la Lucania; e benchè il Lazio e il Sannio si siano mantenuti più lontani dall'ellenismo, non mancano però, nemmeno in questi paesi, indizi dell'influsso crescente della coltura greca.
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Storia di Roma
2. Dall'abolizione dei re di Roma sino all'unione dell'Italia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 376 |
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