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      In queste tavole, che accennavano anche agli uffici tenuti dai personaggi del casato, non trovarono solo un sostegno le tradizioni domestiche, ma dovettero ben presto innestarvisi anche i ricordi biografici.
      Le orazioni funebri improvvisate, che a Roma non potevano mancare per nessun cittadino ragguardevole, e che, secondo il rito, dovevano recitarsi dai più prossimi parenti del morto, non si limitavano solo ad elencare le virtù e gli uffici che avevano onorato il defunto, ma s'allargavano fino a menzionare le gesta e le virtù dei suoi antenati, le quali apologie gentilizie, fin dai tempi più antichi, passavano in questo modo, tradizionalmente, di generazione in generazione. Così ci furono conservate non poche notizie importanti; ma così anche s'introdussero nella tradizione pubblica molte falsificazioni e molti sfacciati capovolgimenti di fatti.
      5. Memorie preistoriche romane. Come in quest'età si cominciò a tenere qualche nota degli avvenimenti contemporanei, e ad aversi qualche cenno della storia, così è naturale che si facessero, nel tempo stesso, i primi tentativi per ordinare e compilare le memorie dei tempi precedenti, anche a costo di rimaneggiarle ed alterarle.
      Le fonti, a cui s'attinse, dovettero essere quelle stesse da cui si sogliono derivare i primordi d'ogni storiografa. La tradizione ora doveva aver conservati e resi popolari i nomi e le leggende di re Numa Pompilio, d'Anco Marzio, di Tullo Ostilio, della vittoria riportata sui Latini da re Tarquinio e della cacciata della dinastia dei Tarquinii.


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Storia di Roma
2. Dall'abolizione dei re di Roma sino all'unione dell'Italia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 376

   





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