I tratti fondamentali della leggenda, e particolarmente la semicronologica su cui la leggenda stessa è ordinata, ci si mostrano con così inalterabile persistenza anche nelle posteriori tradizioni, che è forza riconoscere che la sostanza e la successività di questa narrazione dovettero essere già fissate prima che cominciasse l'età riflessiva e letteraria.
Se già dall'anno 458 = 296 f u collocato presso al sacro fico il gruppo in bronzo, che rappresentava i due gemelli Romolo e Remo alle mammelle della lupa, possiamo dire con sicurezza, che i Romani, i quali soggiogarono il Lazio e il Sannio, avevano già udita raccontare l'origine della loro città materna press'a poco come noi la leggiamo in Livio, ed il letterato siciliano Callia, intorno al 465, menziona persino gli aborigeni, cioè gli «originari», primo e ingenuo tentativo di spiegare la provenienza delle stirpi latine.
Del resto è nell'indole della cronaca di aggiungere alla storia la preistoria, risalendo, se non fino all'origine del cielo e della terra, almeno sino alla fondazione del comune. D'altra parte è chiaramente provato che la tabella dei pontefici indicava l'anno della fondazione di Roma. Quindi si può aver per fermo, che, quando il collegio dei pontefici nella prima metà del quinto secolo, in luogo di registrare, come sino allora si era usato, le scarse notizie, che si limitavano d'ordinario ai nomi dei magistrati, mise mano a redigere una vera cronaca della città, deve avervi introdotta, per la prima volta, anche la storia dei re di Roma e della loro cacciata, e, mentre vi registrava il 13 settembre 245 = 509 come fosse il giorno della consacrazione del tempio capitolino e insieme dalla fondazione della repubblica, si sforzava di porre, se non altro per l'apparenza, in connessione la leggenda senza data, e gli elementi cronologici della storia.
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Storia di Roma
2. Dall'abolizione dei re di Roma sino all'unione dell'Italia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 376 |
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