Poco appresso questa nuova favola troiana venne fondendosi colla più antica leggenda di Ulisse, e si allargò a tutta l'Italia.
Secondo Ellanico (scrisse verso l'anno 350 = 404) Ulisse ed Enea vennero in Italia passando per il paese tracio e molosso (epirota), dove le donne troiane, venute con loro, ardono le navi, ed Enea fonda la città di Roma dandole il nome d'una di queste troiane; Aristotile (370-433 = 384-321) ripete lo stesso racconto, benchè si sforzi di dargli un'aria meno assurda riformandolo, e riferendo come una squadra achea, gettata nella spiaggia latina, fosse stata incendiata dalle schiave troiane, e come da questi Achei, i quali furono per questa ragione costretti a rimanersi colle loro schiave troiane, siano discesi i Latini. A questa leggenda venne poi intrecciandosi anche qualche elemento della tradizione indigena, di cui l'attivo commercio tra la Sicilia e l'Italia aveva già portato la notizia fino in Sicilia al più tardi verso la fine di quest'epoca. Infatti il siciliano Callia, che scrisse verso l'anno 465 = 289, parlando della fondazione di Roma, ci dà un racconto in cui sono fuse insieme le favole d'Ulisse, di Enea e di Romolo(66). Ma quegli che diè l'ultima tempera al concetto della migrazione troiana fu Timeo di Tauromenio in Sicilia, che finì la sua storia coll'anno 492 = 262.
8. Timeo. Egli ci vien narrando come Enea fondasse prima Lavinio e vi ponesse la sede dei penati d'Ilio, e poscia edificasse Roma; egli deve anche avere innestata l'Elisa di Tiro e la Didone della leggenda d'Enea, giacchè secondo lui Didone fu la fondatrice di Cartagine, e Roma e Cartagine furono fondate nello stesso anno.
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Storia di Roma
2. Dall'abolizione dei re di Roma sino all'unione dell'Italia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 376 |
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