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      16. L'arte romana. Ma correndo il quinto secolo, e più particolarmente nella seconda metà di esso, cominciò a prendere un grande impulso anche l'arte romana. È questo il tempo in cui nacque l'architettura dell'arco e delle strade, in cui si produssero dei capolavori, come la lupa capitolina, in cui un personaggio d'una antica casa patrizia non esitò a trattare il pennello per abbellire un tempio di nuova costruzione, onde n'ebbe il titolo onorifico di «pittore». Nè questo ravvivarsi delle arti si deve attribuire al caso: ogni grand'epoca scuote e vivifica tutti gli istinti umani; e, per quanto fossero rigidi i costumi romani, per quanto fosse gelosa la loro polizia, l'impulso che il comune di Roma provò per il fatto stesso di trovarsi a capo della penisola, o, per dir meglio, lo slancio che prese tutta l'Italia appena si sentì per la prima volta unita in un sol corpo, corrisponde tanto chiaramente allo svegliarsi dell'arte latina e in particolar modo dell'arte romana, quanto alla decadenza morale e politica dell'Etruria s'accompagna chiaramente la corruzione e l'impoverimento dell'arte etrusca.
      Con lo stesso modo col quale la prepotente vigoria del popolo latino sottomise le infiacchite nazioni, essa stampò sui bronzi e sui marmi l'incancellabile suo suggello.
     
      FINE DEL SECONDO VOLUME
     
     
     
     
      NOTE:
      (1) La celebre leggenda dei primi tempi della repubblica si manifesta da se stessa favolosa in moltissime parti; molte circostanze furono architettate sui soprannomi (Brutus, Poplicola, Scaevola); e persino le parti che hanno un'apparenza più storica si rivelano, dietro più matura riflessione, supposte ed inventate.


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Storia di Roma
2. Dall'abolizione dei re di Roma sino all'unione dell'Italia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 376

   





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