Tra queste vi è la circostanza che Bruto fosse capitano della cavalleria (tribunus celerum) e che come tale proponesse al popolo il plebiscito della cacciata dei Tarquini; secondo la più antica costituzione è affatto impossibile che un semplice ufficiale abbia avuta la facoltà di convocare le curie, mentre non aveva simile facoltà nemmeno l'alter ego del re. Tutta questa storia fu evidentemente creata allo scopo di dare una base di legalità alla repubblica romana. L'equivoco, in cui sdrucciolò l'annalista che primo prese a raccontar la tradizione e che accordò al tribunus celerum la facoltà di convocare le curie, si fonda sulla combinazione d'identità del regio tribunus celerum col comandante della cavalleria (magister equitum) assegnato al dittatore, il quale aveva realmente il diritto di convocare le centurie.
(2) Consules sono coloro che ballano e saltano insieme, come praesul il precorritore saltante, exul colui che salta fuori (ekpesòn), insula il salto dentro, come il macigno che cade nel mare.
(3) Il giorno dell'insediamento non coincideva col principio dell'anno (1° marzo) e in generale non era fisso. Secondo questo si regolava il giorno dell'uscita, eccettuato il caso che un console fosse stato eletto espressamente in luogo d'uno uscito (consul suffectus) e allora esso subentrava nei diritti e quindi anche nel termine dell'uscita. Pare però che siffatte sostituzioni succedessero nei tempi antichi solo quando l'uno dei consoli era uscito di carica; non si riscontrano collegi di consoli sostitutori sotto la repubblica meno remota.
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Storia di Roma
2. Dall'abolizione dei re di Roma sino all'unione dell'Italia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 376 |
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Bruto Tarquini Consules
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