(58) Abbiamo già fatto menzione della nota censoria apposta a carico di Publio Cornelio Rufino (console del 464, 477 = 290, 277) per le suppellettili d'argento. La strana notizia raccolta da FABIO (in STRABONE, 5, p. 228), che i Romani si fossero per la prima volta lasciati andare alle tentazioni del lusso dopo la vittoria riportata sui Sabini è, a non dubitarne, nulla più che una versione dello stesso aneddoto nella storia, giacchè il soggiogamento dei Sabini cade appunto nel primo consolato di Rufino.
(59) Quanto narrano della festa latina DIONISIO (6, 95; confr. NIEBUHR, 2, 40) e PLUTARCO che attinse ad un altro passo di DIONISIO (Camill. 42) come, oltre altre ragioni, lo chiarisce il confronto dell'ultimo passo con LIV. 6, 42 (confr. RITSCHL, Parerg. 1, pag. 313) è da intendersi piuttosto dei giuochi romani; - fedele nella sua abitudine di prendere le cose a rovescio Dionisio ha malinteso l'espressione ludi maximi. - Vi era inoltre una tradizione, la quale, invece di riportare l'origine della festa popolare, come al solito, al soggiogamento dei Latini per opera del primo Tarquinio, la faceva risalire alla vittoria riportata sui Latini alle sponde del lago Regillo (CICERONE, De div. 1, 20, 55. DIONISIO 7, 71). Che le importanti notizie conservate da Fabio si riferiscono veramente alla consueta festa di rendimento di grazia, anzichè ad una particolare solennità votiva, lo dimostra l'esplicito riferimento al ritorno annuale della festa ed all'esattezza della somma per le spese; indicazioni concordanti esattamente colla notizia somministrata dal falso Asconio (p. 142 OR.).
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Storia di Roma
2. Dall'abolizione dei re di Roma sino all'unione dell'Italia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 376 |
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