11; OVID., Fast., 6, 627); fatto sta che questa forma circolare fu considerata, in ogni tempo, come la più comoda e sicura per circondare un determinato spazio e la più adatta per conservar le cose. Questa forma avevano i tesori degli Elleni, rotondo era l'edificio dei granai romani e del tempio dei penati; era naturale che avessero questa forma anche il focolare - cioè l'altare di Vesta, e la camera ardente, cioè il tempio di Vesta - non meno che la cisterna ed il parapetto del pozzo (puteal). La costruzione rotonda in sè è di origine greco-italica come la quadrata: quella si appropria al magazzino, questa alla casa d'abitazione. Ma lo sviluppo architettonico e religioso del semplice tema del tolo (tholus non tholos) ossia della volta sino a formare un tempio circolare colla cupola sostenuta da pilastri e da colonne è d'origine latina.
(72) Novio Plauzio fuse forse soltanto i piedi ed il gruppo del coperchio; il forzierino stesso può essere derivato da un artefice più antico; limitato però essendo sostanzialmente l'uso di questi forzierini esclusivamente in Preneste, esso non potrebbe credersi lavoro che di un artefice di questa città. [Cfr. nota 57. - È qui il caso di notare che la preziosa cista fu donata dal Ficoroni al museo Kircheriano; ora è al museo di Villa Giulia, in Roma].
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Storia di Roma
2. Dall'abolizione dei re di Roma sino all'unione dell'Italia
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 376 |
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