La terra dette nome agli abitanti suoi, e anche nei primi tempi cristiani il contadino dell'Africa, di stirpe punica, si chiamava canaanita. Per gli Elleni il Canaan era il «paese della porpora» o il «paese degli uomini rossi», e gli Italici solevano chiamare i Cananei col nome di Puni o Fenici come noi ancora li chiamiamo.
Il paese è adattissimo all'agricoltura; il litorale ricco di porti e il Libano coperto di foreste e prodigo di metalli lo fecero più opportuno al commercio, il quale qui, dove l'ubertosissimo continente asiatico si affaccia al vasto mare interno, pieno d'isole e di scali, si mostrò forse per la prima volta all'uomo in tutta la sua importanza.
I Fenici dettero prova di tutto quel che può il coraggio e l'intelligenza nel commercio e nelle industrie, che ne sono la conseguenza; essi attesero con entusiasmo alle arti marinaresche, alle manifatture, alle colonie; e ad essi dobbiamo la congiunzione e l'avvicinamento del mondo orientale coll'occidentale.
Fin dai più remoti tempi noi troviamo i Fenici nell'isola di Cipro ed in Egitto, nella Grecia e nella Sicilia, in Africa ed in Spagna e fin nell'oceano Atlantico e nei mari del nord. Il campo del loro commercio si estende dalla Sierra Leone e dalla Cornovaglia sino alle coste del Malabar; nelle loro mani passano gli ori e le perle d'Oriente, la porpora di Tiro, gli schiavi, l'avorio, le pelli di leone e di pantera provenienti dall'interno dell'Africa, l'incenso dell'Arabia, i lini d'Egitto, le anfore di terracotta ed i vini nobili della Grecia, il rame di Cipro, l'argento di Spagna, lo stagno d'Inghilterra, il ferro dell'isola d'Elba.
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Storia di Roma
3. Dall'unione d'Italia fino alla sottomissione di Cartagine
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 371 |
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