I Cartaginesi vi si accinsero con grandissima tenacia, e riuscirono: con lunghe e ostinate guerre posero un limite all'espansione cirenaica e le colonie greche non poterono varcare il deserto di Tripoli. I mercanti fenici, stabiliti all'estrema punta occidentale della Sicilia, seppero, con l'aiuto di Cartagine, difenderla contro gli emuli greci, e però volentieri si adattarono ad essere clienti e protetti della più possente città della loro nazione.
Gli avvenimenti importanti che nel secondo secolo di Roma assicurarono ai Fenici il primato sui mari tra l'Africa e la Spagna, diedero naturalmente l'egemonia a Cartagine, a cui si dovevano quei successi, e imposero alla città egemonica uno speciale carattere politico. Cartagine non era più una semplice fattoria, uno scalo per i navigatori; essa, per necessità, doveva pensare a rafforzare la propria dominazione sulla Libia e sul mare Mediterraneo. Strumento altissimo della sua potenza fu, come pare, quella istituzione dei soldati mercenari venuta in uso nella Grecia intorno alla metà del quarto secolo di Roma, già nota da gran tempo agli orientali e principalmente ai Carii, e che forse deve la sua origine ai Fenici. Coll'assoldare genti straniere la guerra divenne anch'essa una specie di speculazione commerciale che rispondeva assai bene all'indole e ai costumi dei Fenici.
5. Dominio di Cartagine in Africa. È naturale che, dopo questi successi, Cartagine volgesse l'animo a cose maggiori e desiderasse l'intero possesso territoriale. Tuttavia fu solo verso l'anno 300 di Roma, a quanto pare, che i Cartaginesi cessarono di pagare agli indigeni il tributo per le terre occupate sul continente africano.
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Storia di Roma
3. Dall'unione d'Italia fino alla sottomissione di Cartagine
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 371 |
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