Questa fazione, che osteggiava gli ottimati, mostrò di possedere ardite aspirazioni patriottiche e desiderio di riformare lo stato; ma non bisogna dimenticare com'essa si appoggiasse su fondamenta fiacche e marcite.
I cittadini cartaginesi, che i Greci paragonavano ai cittadini alessandrini, erano intolleranti di disciplina che ben meritavano di essere tenuti lontani dagli affari; e ci si domanda quale salvezza si poteva attendere da rivoluzioni le quali, come in Cartagine, erano compiute da uomini vili.
8. La forza del capitalismo in Cartagine. Nell'ordinamento finanziario Cartagine tiene, per ogni rispetto, il primo posto fra gli stati dell'antichità.
Al tempo della guerra del Peloponneso questa città fenicia, per testimonianza del primo storico greco, finanziariamente era superiore a tutti gli stati greci, e le sue entrate potevano paragonarsi a quelle del gran re; Polibio dice ch'era la più ricca città del mondo. Del senno con cui si governava in Cartagine l'economia rurale, intorno alla quale non disdegnavano scrivere e dissertare scientificamente uomini di stato e generali, come più tardi in Roma, è fatto cenno nell'opera agronomica del cartaginese Magone, la quale fu considerata dagli agricoltori greci e romani venuti dopo di lui, come il codice fondamentale dell'ordinamento agrario, e fu tradotta non solo in greco, ma per ordine del senato romano anche in latino e raccomandata ufficialmente come modello a tutti gli agricoltori italici.
È caratteristica la stretta relazione di questa economia rurale fenicia coll'avveduto maneggio dei capitali; e basta citare ad esempio il principio fondamentale di non comperare mai terre più vaste di quelle che si potessero coltivare intensivamente.
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Storia di Roma
3. Dall'unione d'Italia fino alla sottomissione di Cartagine
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 371 |
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