La prova dello spirito che regnava in Africa è il fatto che le donne della Libia dettero spontaneamente i loro gioielli ai mercenari per la guerra contro Cartagine.
Solo in Sicilia pare che i Cartaginesi si siano mostrati più benevoli e che abbiano quindi ottenuto migliori risultati. Essi accordarono ai loro sudditi dell'isola una relativa libertà nel commercio coll'estero e permisero che il loro traffico interno si svolgesse secondo il costume greco, con moneta metallica invece che con la moneta convenzionale di Cartagine e in generale era ai medesimi accordata una libertà molto maggiore di quella che avevano i Sardi ed i Libici.
Se Siracusa fosse venuta in loro potere, le cose sarebbero, senza dubbio, ben presto cambiate; ma ciò non avvenne, e quindi, in grazia dell'accorta mitezza del governo cartaginese e della malaugurata divisione dei Greci siciliani, si era formato in Sicilia un formidabile partito fenicio e ne sia prova la storia della lunga guerra scritta da Filino di Akragas, assolutamente di spirito fenicio, dopo che l'isola era venuta in potere dei Romani.
Ma infine anche i Siciliani, sia come sudditi, sia come liberi Elleni, non dovevano provare minor avversione pei loro padroni fenici di quella che mostravano i Sanniti ed i Tarentini pei Romani.
Le entrate delle finanze cartaginesi erano senza dubbio molto superiori a quelle dei Romani; ma questa differenza scompariva in parte perchè le sorgenti delle finanze cartaginesi, tributi e dazi, molto più facilmente si esaurivano che non quelle dei Romani, e proprio quando se ne aveva maggior bisogno, e in parte per il modo di guerreggiare dei Cartaginesi assai più dispendioso di quello dei Romani.
| |
Storia di Roma
3. Dall'unione d'Italia fino alla sottomissione di Cartagine
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 371 |
|
|
Africa Libia Cartagine Sicilia Cartaginesi Cartagine Sardi Libici Siracusa Greci Sicilia Filino Akragas Romani Siciliani Elleni Sanniti Tarentini Romani Romani Romani Cartaginesi Romani
|