Una numerosa flotta cartaginese, comandata da Annone, figlio d'Annibale, comparve davanti a Messana, e mentre le navi chiudevano lo stretto, l'esercito cartaginese, sbarcato sulla costa settentrionale, mise l'assedio a Messana.
Gerone, il quale non aspettava altro che l'attacco dei Cartaginesi per iniziare le ostilità contro Roma, ricondusse l'esercito sotto Messana e, ricominciato l'assedio appena interrotto, investì la città dalla parte di mezzogiorno.
Ma nel frattempo era comparso in Reggio anche il console Appio Claudio Caudex col grosso dell'esercito e in una notte oscura effettuò il passaggio malgrado la presenza della flotta cartaginese. L'audacia e la fortuna favorirono i Romani: gli alleati, non essendosi preparati a sostener l'urto di tutto l'esercito romano, e trovandosi sparsi all'assedio, furono battuti alla spicciolata dalle legioni che uscivano ordinate dalla città, per cui l'assedio fu tolto.
L'esercito romano rimase in campo durante tutta l'estate, e fece perfino un tentativo contro Siracusa; ma essendo questo andato fallito, e avendo dovuto rinunziare anche all'assedio di Echetla (posta sui confini dei territori di Siracusa e di Cartagine) fece ritorno a Messana, e lasciatovi un forte presidio, ripassò in Italia.
Sembra che i successi di questa prima campagna fuori del continente non abbiano interamente corrisposto all'aspettazione dei Romani, poichè al console non furono consentiti gli onori del trionfo; ma ciò non pertanto le forze spiegate in quest'occasione dai Romani in Sicilia non potevano non fare una grandissima impressione sugli animi dei Greci colà stabiliti.
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Storia di Roma
3. Dall'unione d'Italia fino alla sottomissione di Cartagine
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 371 |
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