Il primo di questi tre combattimenti non durò a lungo: le navi cartaginesi essendo molto più deboli delle due squadre romane, contro le quali combattevano, presero il largo. Nel frattempo però le altre due divisioni dei Romani si trovavano in una difficile posizione di fronte alle forze soverchianti del nemico; ma venute all'abbordaggio, i temuti ponti calanti furono ad esse di gran giovamento e con questo mezzo riuscirono a sostenersi fino a che i due ammiragli poterono accorrere in loro aiuto. Così la riserva dei Romani riprese forza, e le navi cartaginesi dell'ala destra si ritirarono al largo dinanzi alle forze maggiore dei Romani.
Essendo anche questo combattimento riuscito a vantaggio dei Romani, tutte le loro navi, capaci di tenere il mare, si gettarono alle spalle dell'ala sinistra cartaginese, la quale incalzava tenacemente e con vantaggio la squadra romana, l'aggirarono e catturarono quasi tutte le navi di cui si componeva. Le perdite furono quasi eguali. Della flotta romana furono affondate 24 navi, della cartaginese 30, ma di questa 64 furono catturate.
Malgrado la grave perdita sofferta, la flotta cartaginese non lasciò di coprire le coste dell'Africa, e retrocedendo si piantò dinanzi al golfo di Cartagine attendendo che i Romani tentassero lo sbarco per dare una seconda battaglia.
8. Sbarco di Regolo in Africa. Ma i Romani invece di operare lo sbarco sulla costa occidentale della penisola che forma il golfo, sbarcarono sulla costa orientale, dove la baia di Clupea offriva loro un porto spazioso e sicuro contro i venti, e la città, sita in riva al mare su una collina che elevavasi dal piano, si presentava loro come una eccellente fortezza portuale.
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Storia di Roma
3. Dall'unione d'Italia fino alla sottomissione di Cartagine
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 371 |
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