Se questa flotta fosse stata inviata prima della catastrofe di Regolo, essa avrebbe cambiato la sconfitta in una vittoria, colla quale probabilmente sarebbero finite le guerre puniche.
I Romani avevano però talmente perduto la testa che, dopo un fortunato combattimento presso Clupea, essi imbarcarono tutte le loro truppe e ritornarono a Roma sgombrando spontaneamente una piazza importante e di facile difesa, che assicurava loro la possibilità dello sbarco in Africa, ed abbandonando senza protezione, alla vendetta de' Cartaginesi, i molti loro alleati africani.
I Cartaginesi non lasciarono passare l'occasione d'impinguare le esauste loro casse e di far sentire ai sudditi le conseguenze della loro infedeltà. Fu ad essi imposta una contribuzione straordinaria di 1000 talenti d'argento (lire 6.490.000) e di 20.000 buoi, e in tutti i comuni, che si erano staccati da Cartagine, furono crocefissi gli sceicchi (si pretende che ve ne fossero 3000), e si vuole che questo dissennato incrudelire dei magistrati cartaginesi sia stata la prima e principale causa della ribellione scoppiata in Africa alcuni anni dopo.
Finalmente, quasi che ora l'avversa, come prima la buona fortuna, volesse far provare ai Romani i suoi estremi rigori, tre quarti delle navi, che componevano la flotta, mentre tornava in Italia, colti da una burrasca, andarono perduti con gli equipaggi, e solo ottanta navi giunsero a salvamento (luglio 499=255). I piloti avevano previsto il pericolo, ma gl'improvvisati ammiragli romani avevano ordinato di mettere ugualmente alla vela.
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Storia di Roma
3. Dall'unione d'Italia fino alla sottomissione di Cartagine
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 371 |
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