Così l'imprudenza d'un generale inesperto e temerario aveva fatto perdere tutti i vantaggi penosamente ottenuti in un lungo e micidiale assedio: l'imbecillità del suo collega non tardò molto a mandare a perdizione anche il resto della flotta romana.
Il secondo console Lucio Giunio Pullo, che aveva ricevuto ordine di far caricare a Siracusa le provvigioni destinate all'esercito assediante Lilibeo e di scortare le navi onerarie colla seconda flotta romana composta di 120 navi da guerra lungo la costa meridionale dell'isola, commise il grave errore di lasciar partire senza scorta il primo convoglio e di scortare più tardi soltanto il secondo.
Allorchè il vice comandante cartaginese Cartalo, il quale con cento navi scelte bloccava la flotta romana nel porto di Lilibeo, ne ebbe notizia, si volse subito alle coste meridionali dell'isola, e, frappostosi fra le due squadre romane, le divise e le costrinse a rifugiarsi nelle due rade inospitali di Gela e di Camarina.
Gli attacchi dei Cartaginesi furono, non vi è dubbio, respinti con grande valore dai Romani rinfrancati dalle difese costiere, di cui erano muniti quei porti e tutta la spiaggia; ma siccome ai Romani non fu possibile di riunire le loro squadre e continuare il viaggio, Cartalo poteva con tutta sicurezza lasciar che il mare compisse l'opera da lui incominciata.
La prima tempesta che sopravvenne distrusse ambedue le squadre romane, che avevano dato fondo in quelle malsicure rade; mentre il comandante fenicio, stando al largo colle sue navi non cariche e ben governate, ne uscì illeso.
| |
Storia di Roma
3. Dall'unione d'Italia fino alla sottomissione di Cartagine
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 371 |
|
|
Lucio Giunio Pullo Siracusa Lilibeo Cartalo Lilibeo Gela Camarina Cartaginesi Romani Romani Cartalo
|