Papo s'accorse della battaglia e cercò di effettuare il congiungimento: riordinò in tutta fretta le sue truppe, e le legioni romane piombarono ai due lati dell'esercito dei Galli.
Coraggiosamente questi si disposero a sostenere la duplice lotta; i transalpini e gli Insubri contro le truppe di Papo, i Taurisci alpigiani ed i Boi contro le legioni sarde; la cavalleria continuava a combattere separatamente sui fianchi. In quanto al numero le forze non erano disuguali e la disperata posizione dei Galli li costringeva alla più pertinace difesa.
Ma i transalpini, abituati a combattere soltanto a corpo a corpo, non resistevano ai proiettili degli arcieri romani; la giornata fu decisa da un assalto di fianco della vittoriosa cavalleria romana.
I cavalieri celtici presero la fuga; non così potè fare la fanteria incastrata tra il mare ed i tre eserciti romani. Diecimila Celti ed il re Concolitano furono fatti prigionieri, i morti che coprivano il campo di battaglia sommavano a 40.000; Aneresto ed il suo seguito, stando al costume celtico, si erano dati volontariamente la morte.
10. I Celti attaccati nel proprio paese. La vittoria era completa ed i Romani erano fermamente decisi di premunirsi stabilmente contro simili invasioni, col completo soggiogamento dei Celti di qua delle Alpi.
Nel 530=224 si sottomisero i Boi ed i Lingoni senza opporre alcuna resistenza; l'anno dopo (531=223) gli Anari, sicchè tutta la pianura sino al Po ubbidiva ai Romani.
Maggiori difficoltà furono incontrate per assoggettare la riva settentrionale del gran fiume.
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Storia di Roma
3. Dall'unione d'Italia fino alla sottomissione di Cartagine
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 371 |
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