Costretto così a mendicare od a comperare dalla fiacca e venale moltitudine il permesso di salvarla; costretto ad acquistare coll'umiliazione e col silenzio, dall'arroganza di coloro che erano odiati dal popolo ed erano sempre stati vinti da lui, il tempo indispensabile; costretto a nascondere e il suo disprezzo e i suoi disegni agli abbietti traditori della patria, che si dicevano i signori di Cartagine: il grande uomo si trovava con pochi amici di egual sentimento tra i nemici esterni ed interni, facendo assegnamento sull'irresolutezza degli uni e degli altri, deludendo e sfidando contemporaneamente e questi e quelli allo scopo di procacciarsi soltanto i mezzi, cioè soldati e denaro, per cominciare la lotta contro un paese, il quale, quando pure l'esercito cartaginese fosse stato pronto a scendere in campo, sembrava difficile a raggiungersi, impossibile a vincersi.
Amilcare era ancora nel fiore dell'età, aveva appena passati i trent'anni; ma nell'accingersi all'impresa ebbe come un presentimento, che non gli sarebbe stato concesso di raggiungere la meta delle sue fatiche e che non avrebbe veduto che da lungi la terra promessa. Prima di lasciar Cartagine fece perciò giurare al novenne suo figlio Annibale, sull'altare del dio supremo, odio eterno al nome romano, e lo condusse insieme con i minori suoi figli, Asdrubale e Magone, ch'ei soleva chiamare «la covata dei leoni» al campo, affinchè divenissero gli eredi dei suoi piani, del suo genio e del suo odio.
4. Amilcare alla conquista della Spagna.
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Storia di Roma
3. Dall'unione d'Italia fino alla sottomissione di Cartagine
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 371 |
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