In luogo delle piccole fattorie che Cartagine, oltre al diritto di protezione su Cadice, aveva fino allora posseduto sulle coste iberiche e che considerava come dipendenze della Libia, fu fondato in Spagna, mercè il talento militare d'Amilcare, un regno cartaginese, reso sicuro poi dall'astuta politica d'Asdrubale.
Le più belle regioni della Spagna sulle coste orientali e meridionali divennero province di Cartagine; si fondarono città, prima di tutte la Cartagine spagnuola (Cartagena), fondata da Asdrubale nell'unico buon porto del litorale meridionale con un magnifico «castello reale». L'agricoltura fiorì e più ancora l'industria delle miniere d'argento, fortunatamente scoperte presso Cartagena, le quali un secolo più tardi rendevano annualmente trentasei milioni di sesterzi (circa 9 milioni di lire).
La maggior parte dei comuni sino all'Ebro, ubbidiva a Cartagine pagando tributo. Asdrubale, nell'intento di legare i capipopolo agli interessi cartaginesi, sapeva impiegare tutti i mezzi, persino quello dei matrimoni misti.
Cartagine trovò così in Spagna un ricchissimo mercato per i prodotti delle sue manifatture e del suo commercio, e le rendite delle province conquistate non solo servivano a mantenere l'esercito, ma ne risultava un avanzo che si inviava a Cartagine o si teneva in serbo per i bisogni futuri.
Questa provincia andava al tempo stesso formando e disciplinando l'esercito. Nel territorio soggetto a Cartagine si facevano le leve regolarmente; i prigionieri di guerra venivano fusi nei corpi cartaginesi; dai comuni dipendenti si inviavano quanti contingenti di mercenari si desiderava.
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Storia di Roma
3. Dall'unione d'Italia fino alla sottomissione di Cartagine
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 371 |
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