Egli era ancora giovane, giacchè, nato nel 505=249 non aveva che ventinove anni; ma aveva già vissuto assai. Le sue prime memorie gli presentavano il padre combattente in lontani paesi, vincitore dell'Erkte; con lui aveva dovuto subìre il dolore della pace di Catulo, l'amaro ritorno dell'invitto eroe e gli orrori della guerra libica. Ancor fanciullo aveva seguito il padre in guerra e non aveva tardato a distinguervisi. L'agile e robusta costituzione lo rendevano infaticabile corridore ed eccellente schermitore non meno che temerario cavaliere; le lunghe veglie non gli recavano alcun danno ed era abituato al vitto del soldato come, occorrendo, ad ogni sorta di privazioni.
Benchè avesse passata la sua gioventù al campo egli aveva però la coltura dei nobili Fenici di quel tempo; nella lingua greca, cui si dedicò dopo d'essere stato eletto comandante supremo, egli fece tali progressi sotto la direzione del fido Sosilo da Sparta, da poter trattare nella medesima affari di stato.
Adulto entrò nell'esercito di suo padre in tempo per fare le sue prime armi sotto gli occhi di lui, e per vederlo cadere estinto sul campo di battaglia.
Sotto gli ordini di Asdrubale, marito di sua sorella, ebbe poscia il comando della cavalleria, e si segnalò per lo straordinario valore personale non meno che per talenti strategici. Ora la voce dei suoi fratelli d'armi chiamava lo sperimentato giovane generale alla loro testa; ed egli poteva così portare a compimento quei progetti, per i quali il padre ed il cognato erano vissuti e morti.
| |
Storia di Roma
3. Dall'unione d'Italia fino alla sottomissione di Cartagine
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 371 |
|
|
Erkte Catulo Fenici Sosilo Sparta Asdrubale
|