Per coprire la Spagna rimanevano 12.000 fanti, 2500 cavalieri e quasi metà degli elefanti, nonchè la flotta ivi stazionaria; il supremo comando ed il governo in Spagna fu conferito ad Asdrubale, minor fratello d'Annibale.
Il territorio attorno a Cartagine era, in proporzione, occupato debolmente, perchè in caso di bisogno la città era in grado di offrire sufficienti mezzi; e così in Spagna, dove con facilità si potevano effettuare nuove leve, bastava un discreto numero di fanti, mentre vi si lasciava, in proporzione, un forte numero di cavalli e di elefanti.
Si ebbe la massima cura per assicurare le comunicazioni tra la Spagna e l'Africa, motivo per cui la flotta rimase in Spagna e l'Africa occidentale fu guardata da numerose truppe.
Per la fedeltà delle truppe si aveva una garanzia non solo negli ostaggi rilasciati dai comuni spagnuoli e raccolti nella fortezza di Sagunto, ma anche nel dislocamento dei soldati lungi dai loro distretti di leva; giacchè le milizie dell'Africa orientale si mandavano di preferenza in Spagna, le milizie spagnuole nell'Africa occidentale, quelle dell'Africa occidentale a Cartagine.
In questo modo era stato sufficientemente provveduto alla difesa.
Quanto alla guerra offensiva era stato provveduto che dovesse partire da Cartagine una squadra di venti quinqueremi con mille uomini a bordo per recarsi a devastare le coste occidentali dell'Italia; un'altra squadra di venticinque navi doveva possibilmente stabilirsi di nuovo a Lilibeo; Annibale riteneva che il governo cartaginese avrebbe potuto fare questi modici sforzi.
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Storia di Roma
3. Dall'unione d'Italia fino alla sottomissione di Cartagine
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 371 |
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