Tuttavia la presenza delle squadre nelle acque italiche recava tanto disturbo che il console decise di occupare le piccole isole vicine alla Sicilia e di scacciarne la flotta cartaginese che operava contro l'Italia, prima di spiegare le vele per l'Africa.
Egli impiegò tutta l'estate nell'espugnare Malta e nella ricerca della squadra nemica, che supponeva si trovasse nelle vicinanze delle isole Lipari mentre invece aveva approdato presso Vibo (Monteleone) e metteva a contributo il litorale dei Bruzi, e infine nell'informarsi intorno ad un conveniente luogo di sbarco sulla costa africana.
Così avvenne che l'esercito e la flotta si trovassero ancora a Lilibeo quando giunse l'ordine del senato di accorrere con tutta la possibile sollecitudine alla difesa della patria.
Mentre dunque i due grandi eserciti romani, ciascuno dei quali eguagliava in numero quello d'Annibale, si trovavano a grande distanza dalla valle del Po, qui non si era assolutamente preparati per un attacco, benchè un esercito romano vi si trovasse in seguito all'insurrezione scoppiatavi tra i Celti prima ancora che arrivasse l'esercito cartaginese.
La fondazione delle due prime fortezze di Piacenza e di Cremona, ognuna delle quali aveva accolto 6000 coloni, e particolarmente i preparativi per la fondazione di Modena nel paese dei Boi, cui si era messo mano già nella primavera del 536=218, aveva spinto i Boi alla sollevazione prima ancora del tempo convenuto con Annibale, e ad essi si erano subito associati gli Insubri.
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Storia di Roma
3. Dall'unione d'Italia fino alla sottomissione di Cartagine
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 371 |
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