Dove combatteva la cavalleria leggera dei Cartaginesi contro la cavalleria pesante di Varrone le cariche dei cavalieri numidici si succedevano le une alle altre senza riuscire ad un risultato decisivo. Nel centro invece le legioni respinsero completamente le truppe spagnuole e le galliche che incontrarono per prime, e, approfittando del riportato vantaggio, animosamente le inseguirono.
Ma nel frattempo la fortuna aveva voltate le spalle ai Romani sull'ala diritta. Annibale aveva voluta soltanto tener occupata l'ala sinistra della cavalleria nemica, perchè Asdrubale potesse spingersi con tutta la cavalleria regolare contro la debole ala destra e respingerla per la prima. Dopo una valorosa resistenza, i cavalieri romani piegarono, e quelli che non furono tagliati a pezzi furono cacciati oltre il fiume e dispersi nella pianura.
Paolo, ferito, cavalcò verso il centro dell'esercito col proposito di cambiare la sorte delle legioni o di dividerla con esse.
Per trarre miglior profitto dalla vittoria riportata contro l'avanzata fanteria nemica, le legioni avevano cambiato la loro fronte in una colonna d'attacco che penetrava a forma di cuneo nelle file del centro nemico. In questa posizione esse furono assalite impetuosamente da ambo i lati dalla fanteria libica, che, convergente, si avanzava a destra e a sinistra; una parte delle legioni fu costretta a fermarsi per difendersi contro gli attacchi di fianco, per cui non solo le fu impedito d'avanzarsi, ma la massa della fanteria, ordinata d'altronde in file soverchiamente profonde, non ebbe assolutamente il necessario spazio per distendersi.
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Storia di Roma
3. Dall'unione d'Italia fino alla sottomissione di Cartagine
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 371 |
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Cartaginesi Varrone Romani Asdrubale
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