Così i Greci della Campania, e particolarmente di Napoli, resistettero coraggiosamente agli attacchi di Annibale in persona; e lo stesso fecero nella Magna Grecia, malgrado la pericolosa loro posizione, Reggio, Turio, Metaponto e Taranto. Crotone e Locri invece furono l'una presa d'assalto, l'altra costretta a capitolare dai Bruzi e Cartaginesi riuniti; i Crotoniati furono condotti a Locri e quella importante stazione marittima venne poscia occupata da coloni bruzi.
Inutile dire che le città latine dell'Italia meridionale, come Brindisi, Venosa, Pesto, Cosa e Cales tennero saldissimamente con Roma. Poichè esse erano le cittadelle edificate dai conquistatori per tener soggetto il paese, sul suolo tolto agli antichi abitanti, se Annibale avesse mantenuto la data parola di restituire ad ogni comune italiano gli antichi confini, esse sarebbero state le prime a sentirne gli effetti.
Lo stesso si poteva dire di tutta l'Italia centrale, l'antichissima sede della dominazione romana, dove già prevalevano la lingua e i costumi romani e dove tutti si consideravano soci, non sudditi dei dominatori.
Gli avversari di Annibale nel senato cartaginese non mancavano di far osservare che nemmeno un cittadino romano e nemmeno un comune latino si era gettato nelle braccia di Cartagine. Questo edifizio della potenza romana, al pari d'un muro ciclopico, non poteva essere rovinato che blocco per blocco.
12. Contegno dei Romani. Queste furono le conseguenze della giornata di Canne, in cui perì il fiore dei soldati e degli ufficiali della federazione, un settimo degli Italiani atti alle armi.
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Storia di Roma
3. Dall'unione d'Italia fino alla sottomissione di Cartagine
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 371 |
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