Se fosse stato possibile mandare a quest'ultimo un esercito romano, si sarebbero potuti calcolare grandi successi; ma appunto allora non si poteva disporre in Italia nemmeno di un uomo, e l'esercito di Spagna era troppo debole per venir diviso. Ciò non ostante anche le truppe di Siface, addestrate e condotte da ufficiali romani, suscitarono tra i sudditi libici di Cartagine un tale fermento, che Asdrubale Barca, il quale teneva il posto di comandante supremo nella Spagna e nell'Africa, dovette recarsi egli stesso in questa provincia col nerbo delle sue truppe spagnuole.
Di questa guerra libica però poco sappiamo all'infuori della relazione della crudele vendetta che i Cartaginesi, come al solito, presero sugl'insorti, dopo che il rivale di Siface, il re Gala - nell'odierna provincia di Costantina - si dichiarò in favore di Cartagine e dopo che il valoroso suo figlio Massinissa ebbe battuto e costretto Siface alla pace.
10. Sconfitta e morte degli Scipioni. Questa piega delle cose in Africa ebbe gravi conseguenze anche per la guerra di Spagna. Asdrubale potè ritornare di nuovo nella penisola (543=211), ove lo seguirono ben presto ragguardevoli rinforzi e Massinissa stesso.
Gli Scipioni, i quali durante l'assenza del supremo comandante nemico (541-242=213-212) avevano continuato a far bottino e ad ottenere aderenti nel territorio cartaginese, si videro inaspettatamente assaliti da forze tanto superiori, che non ebbero altra via di scelta che ritirarsi oltre l'Ebro o eccitare gli Spagnuoli a prendere le armi.
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Storia di Roma
3. Dall'unione d'Italia fino alla sottomissione di Cartagine
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 371 |
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