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      Questi aveva raccolto tutte le sue forze sul territorio dei Bruzi, e, avanzando sulla via che da Reggio conduce nell'Apulia, si scontrò col console presso Grumento. Si venne ad un ostinato combattimento, del quale Nerone si attribuì la vittoria; ma Annibale, ricorrendo ad una delle sue solite marce laterali, seppe sottrarsi al nemico ed arrivare nell'Apulia senza trovare alcun ostacolo.
      Qui sostò e pose il suo campo prima presso Venosa, poi presso Canusio, sempre di fronte a Nerone che gli aveva costantemente tenuto dietro.
      Pare fuor di dubbio che Annibale si fermasse per proprio volere, non già costrettovi dall'esercito romano. Il motivo per cui egli si fermò qui e non più verso settentrione, deve attribuirsi ad intelligenze corse fra lui ed Asdrubale, od a sue ipotesi sull'itinerario di quest'ultimo, che noi non conosciamo.
      Mentre i due eserciti stavano oziosi l'uno di fronte all'altro, i posti avanzati di Nerone intercettarono il dispaccio d'Asdrubale, atteso con tanta impazienza nel campo di Annibale. Esso conteneva la comunicazione che Asdrubale intendeva battere la via Flaminia, percorrere quindi prima la via lungo la costa del mare, e varcare poi l'Appennino presso Fano, volgendo verso Narni, ove riteneva di trovare Annibale.
      Nerone fece partire immediatamente alla volta di Narni, che era il punto scelto per la congiunzione dei due eserciti cartaginesi, le truppe della riserva che erano in Roma, ove rimase la divisione che stanziava presso Capua, la quale vi formò una nuova riserva.


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Storia di Roma
3. Dall'unione d'Italia fino alla sottomissione di Cartagine
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 371

   





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