Pensando che Annibale, ignorando l'intenzione del fratello continuerebbe ad aspettarlo nell'Apulia, Nerone si decise al temerario tentativo di recarsi con un piccolo ma scelto corpo di 7.000 uomini a marce forzate verso settentrione, onde, di concerto col suo collega, costringere possibilmente Asdrubale ad accettare battaglia. Egli lo poteva fare perchè l'esercito romano che lasciava indietro era ancora sempre abbastanza forte sia per tener testa alla forza d'Annibale qualora esso l'attaccasse, sia per seguirlo ed arrivare immediatamente nel campo di battaglia qualora esso levasse gli accampamenti.
22. Battaglia presso Sena. Nerone trovò il suo collega Marco Livio presso Sena Gallica in attesa del nemico. I due consoli avanzarono subito contro Asdrubale, che trovarono intento a passare il Metauro. Asdrubale desiderava evitare la battaglia e togliersi dalla vicinanza dei Romani portandosi da un lato, ma le sue guide lo abbandonarono, egli si smarrì in un terreno che non conosceva e fu finalmente attaccato durante la sua marcia dalla cavalleria romana e trattenuto sino all'arrivo della fanteria: allora la battaglia divenne inevitabile.
Asdrubale dispose gli Spagnuoli sull'ala destra con i suoi dieci elefanti, ed i Galli, sui quali egli non contava, sulla sinistra. Accanito ed indeciso durava il combattimento sull'ala destra, ed il console Livio, che ne aveva il comando, si trovava in gran difficoltà, quando Nerone, ripetendo in campo tattico la strategica sua operazione, lasciò il nemico che gli stava di fronte nell'immobile sua posizione, e girando attorno al proprio esercito attaccò gli Spagnuoli di fianco.
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Storia di Roma
3. Dall'unione d'Italia fino alla sottomissione di Cartagine
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 371 |
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