Ritornava in quel punto dalla Spagna Publio Scipione; e il prediletto della moltitudine, il quale aveva così brillantemente adempiuto, o almeno sembrava avesse adempiuto, il compito da essa affidatogli, fu tosto eletto console pel prossimo anno.
Egli entrò in carica (549=205) colla ferma risoluzione di effettuare la spedizione d'Africa che aveva concepita sin dal tempo in cui si trovava in Spagna. Ma in senato il partito della guerra metodica non solo non voleva udir parlare d'una simile spedizione finchè Annibale si trovasse ancora in Italia, ma nemmeno la maggioranza si mostrava favorevole al giovane generale.
La sua eleganza greca, la sua coltura ed i suoi sentimenti non garbavano affatto agli austeri e, se si vuole, alquanto rustici padri della città; e rispetto al suo modo di guerreggiare in Spagna, ed alla sua disciplina militare, v'era di che dire.
Quanto giusta e meritata fosse l'accusa che gli si moveva di soverchia indulgenza verso i suoi comandanti di corpo, lo dimostrarono ben presto le turpitudini, che Gaio Pleminio(31) commise in Locri, e delle quali Scipione stesso, per la trascurata sua sorveglianza, si rese indirettamente complice nel modo più scandaloso.
In occasione delle discussioni avvenute in senato circa il decreto della spedizione africana e la nomina del comandante supremo, il nuovo console fece chiaramente conoscere i suoi sentimenti, di non curare cioè le difficoltà che potessero sorgere qualora gli usi e la costituzione si opponessero alle sue mire personali, e come, spinto all'estremo e trovandosi a conflitto coll'autorità governativa, pensasse di appoggiarsi alla sua gloria ed alla popolarità di cui godeva presso la moltitudine; sentimento questo che doveva non solo offendere il senato, ma destarvi altresì il serio timore se un simile generale fosse l'uomo da uniformarsi, nella imminente guerra decisiva e nelle eventuali trattative di pace con Cartagine, alle istruzioni che gli verrebbero comunicate; timore giustificato dal modo arbitrario con cui Scipione aveva già diretta la spedizione in Spagna.
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Storia di Roma
3. Dall'unione d'Italia fino alla sottomissione di Cartagine
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 371 |
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