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      Ma da ambo le parti si procedette con abbastanza avvedutezza senza spingere le cose agli estremi. Anche il senato dovette finalmente riconoscere la necessitą di questa spedizione africana e che non era prudente protrarla indefinitamente, e dovette convenire che Scipione era un abilissimo generale, e sotto questo aspetto adattissimo a condurre una tal guerra, e inoltre ch'esso era il solo cui il popolo avrebbe accordata la proroga del supremo comando finchč le circostanze l'avessero richiesto, e fatto il sagrifizio delle ultime forze.
      La maggioranza si decise finalmente a non rifiutare a Scipione il desiderato incarico dopo che il medesimo ebbe usati, almeno nella forma, i riguardi dovuti alla suprema magistratura e si fu sottomesso anticipatamente alla decisione del senato.
      Scipione doveva quell'anno recarsi in Sicilia a sollecitare l'allestimento della flotta, il restauro del materiale d'assedio, e a spingere l'organizzazione dell'esercito di spedizione per approdare poi nell'anno seguente sulle coste dell'Africa.
      A questo scopo gli fu assegnato l'esercito siciliano - quelle due legioni composte dalle reliquie dell'esercito di Canne - bastando per la difesa dell'isola una scarsa guarnigione ed il naviglio, e gli fu data inoltre l'autorizzazione di assoldare volontari in Italia.
      Era evidente che il senato non ordinava la spedizione, ma solo lasciava che si facesse; Scipione non ricevette la metą dei mezzi che gią erano stati messi a disposizione di Regolo, e per soprappił gli si dava appunto quel corpo che, con calcolata indifferenza, per molti anni era stato trascurato dal senato.


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Storia di Roma
3. Dall'unione d'Italia fino alla sottomissione di Cartagine
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 371

   





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