Più vigorosa era la potenza della federazione etolica; l'energia del carattere dei Greci stabiliti a settentrione era qui ancora intatta, ma aveva degenerato in orribile dissolutezza e anarchia.
Era legge di stato che gli Etoli potessero servire come disertori contro qualunque stato, e persino contro gli alleati dell'Etolia; e sulle urgenti preghiere degli altri Greci, perchè cessasse questa mostruosità, la dieta etolica dichiarava potersi più facilmente eliminare l'Etolia dall'Etolia che non quella legge dal suo codice.
Gli Etoli avrebbero potuto essere di grande utilità al popolo greco; con quel loro sistema di ladroneccio organizzato, con quella loro radicata inimicizia verso la federazione achea e colla malaugurata loro opposizione alla grande potenza macedone, gli recarono invece più danno di quello che diversamente avrebbero potuto essere di vantaggio.
La lega achea aveva raggruppato nel Peloponneso i migliori elementi della Grecia propriamente detta per formarne una federazione basata sulla buona morale, sul sentimento nazionale e sulla pace armata.
Ma la prosperità e particolarmente lo spirito marziale della lega, malgrado l'effettivo ingrandimento della stessa, era venuta meno a cagione dell'egoismo diplomatico di Arato, il quale, a causa delle infauste discordie con Sparta e della ancora più lamentevole invocazione dell'intervento macedone nel Peloponneso, aveva assoggettata la lega achea alla supremazia della Macedonia in modo che, d'allora in poi, le fortezze principali del paese ebbero presidii macedoni e il paese prestò ogni anno a Filippo giuramento di fedeltà.
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Storia di Roma
3. Dall'unione d'Italia fino alla sottomissione di Cartagine
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 371 |
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