Non è possibile dire quali motivi lo decidessero a condurre così debolmente ed ignominiosamente la prima guerra macedone; forse quella indolente arroganza che sviluppò la sua forza soltanto all'avvicinarsi del pericolo, forse l'indifferenza del piano non concepito da lui e la gelosia della grandezza d'Annibale, dalla quale si sentiva umiliato. Certo è però che dalle successive sue gesta non si riconosce più quel Filippo per la cui negligenza naufragò il piano d'Annibale.
9. Macedonia e Siria contro l'Egitto. Filippo concluse nel 548-9=206-5 il trattato cogli Etoli e coi Romani nella ferma intenzione di addivenire ad una durevole pace con Roma per dedicarsi in avvenire esclusivamente agli affari d'oriente.
Non vi è dubbio ch'egli vedesse mal volentieri il rapido soggiogamento di Cartagine, ed è probabile che Annibale sperasse una seconda dichiarazione di guerra della Macedonia, e che Filippo rinforzasse sotto mano, con mercenari, l'ultimo esercito cartaginese. Senonchè i vasti disegni, nei quali egli in questo frattempo si era immerso in oriente, il modo di prestare l'accennato aiuto, e particolarmente l'assoluto silenzio osservato dai Romani su questa rottura di pace, mentre pure cercavano una causa per la guerra, dimostrano indubbiamente che Filippo non intendeva assolutamente intraprendere nel 551=203 ciò che avrebbe dovuto fare dieci anni prima.
Egli aveva lo sguardo rivolto a tutt'altro.
Tolomeo Filopatore, re d'Egitto, era morto nel 549. I re di Macedonia e di Siria, Filippo ed Antioco, si erano collegati contro il cinquenne suo successore Tolomeo Epifane per sfogare l'antico rancore delle monarchie continentali contro questo stato marittimo.
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Storia di Roma
3. Dall'unione d'Italia fino alla sottomissione di Cartagine
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 371 |
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