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      L'avvicinarsi di Gaio Claudio dal Pireo, e quello di Attalo da Egina, lo costrinsero a battere in ritirata. Ciò nonpertanto egli si trattenne ancora per qualche tempo in Grecia; ma i suoi successi tanto politici che militari furono di poco rilievo.
      Invano egli tentò di accaparrarsi gli Achei, nè furono più felici i suoi attacchi contro Eleusi, contro il Pireo ed un secondo tentativo contro Atene stessa. Altro non gli rimaneva che sfogare la naturale sua irritazione in un modo indegno, devastando il paese ed abbattendo gli alberi dell'accademia, ritornandosene poscia verso il settentrione. Così passò l'inverno.
      15. Tentativo d'invasione della Macedonia. Con la primavera del 555=199 il proconsole Publio Sulpicio lasciò i suoi quartieri d'inverno presso Apollonia, deciso a condurre le sue legioni per la via più corta nella Macedonia propriamente detta.
      Questo attacco principale dalla parte di ponente doveva esser sostenuto da tre attacchi secondari: a settentrione da un'invasione di Dardani e di Illirici; ad oriente dalla flotta unita dei Romani e dei federati che si raccoglieva presso Egina, finalmente da mezzogiorno dovevano avanzare gli Atamani e gli Etoli, quando fosse riuscito di far loro prendere parte alla lotta.
      Valicati i monti divisi dall'Apso (ora Beratinò) e lasciata dietro a sè la fertile pianura dasseretica, Galba pervenne alla catena dei monti che divide l'Illiria dalla Macedonia, superati i quali, si trovò sul vero territorio macedone.
      Filippo si era mosso ad incontrarlo; ma nelle ampie e poco popolate regioni della Macedonia i due nemici per alcun tempo si cercarono invano; finalmente si trovarono non lungi dal confine nord-ovest del paese, ove accamparono a meno di mille passi l'uno dall'altro.


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Storia di Roma
3. Dall'unione d'Italia fino alla sottomissione di Cartagine
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma
1938 pagine 371

   





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