Ne furono eccettuati anche alcuni distretti della Tessalia occidentale, già occupati da Aminandro, cui ne fu lasciato il possesso e le tre isole di Paro, Sciro ed Imbro, toccate in dono ad Atene per le molte sue sofferenze e per i suoi ancora più numerosi indirizzi di ringraziamenti e di cortesie d'ogni genere.
Già s'intende che i Rodioti conservarono i loro possedimenti nella Caria, e che a quei di Pergamo rimase Egina. Del resto gli alleati furono ricompensati soltanto indirettamente coll'ammissione delle città liberate alle diverse federazioni.
Meglio di tutti ne uscirono gli Achei, i quali tuttavia erano stati gli ultimi ad accedere alla coalizione contro Filippo; ma, come sembra, ciò fu per l'onorevole motivo che l'Acaia era fra tutti gli stati della Grecia il più ordinato ed il più onesto.
Tutti i possedimenti di Filippo nel Peloponneso e sull'istmo, quindi particolarmente Corinto, furono incorporati nella loro lega.
Poche cerimonie si fecero invece cogli Etoli; fu loro concesso di ammettere nella loro simmachia le città della Focide e della Locride, ma le loro proposte di estenderla anche all'Acarnania ed alla Tessalia furono in parte decisamente respinte, in parte rimandate ad altro tempo; le città della Tessalia furono ordinate in quattro piccole federazioni indipendenti.
La lega delle città rodiote ebbe il beneficio della liberazione di Taso e di Lemno, ed ebbe le città della Tracia e dell'Asia minore.
L'ordinamento degli affari della Grecia, tanto nelle reciproche relazioni degli stati, quanto nelle condizioni dei singoli stati, offriva delle difficoltà.
| |
Storia di Roma
3. Dall'unione d'Italia fino alla sottomissione di Cartagine
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 371 |
|
|
Tessalia Aminandro Paro Sciro Imbro Atene Rodioti Caria Pergamo Egina Achei Filippo Acaia Grecia Filippo Peloponneso Corinto Etoli Focide Locride Acarnania Tessalia Tessalia Taso Lemno Tracia Asia Grecia
|