Il più urgente affare era la guerra che si conduceva dal 550=204 in poi tra gli Spartani e gli Achei, la sistemazione della quale toccava necessariamente ai Romani.
22. Guerra contro Nabida di Sparta. Ma dopo parecchi tentativi fatti per decidere Nabida ad arrendersi, e particolarmente a restituire la città federale achea di Argo, cedutagli da Filippo, a Flaminino non rimaneva altro mezzo se non quello di far dichiarare, in una grande assemblea in Corinto, la guerra da tutti gli Elleni a questo ostinato filibustiere, il quale, facendo assegnamento sul noto rancore che esisteva tra gli Etoli e i Romani, e sulla venuta d'Antioco in Europa, si rifiutava costantemente di restituire Argo.
Fu pure deciso di portarsi nel Peloponneso colla flotta e coll'esercito romano federale, nel quale si trovavano anche un contingente inviato da Filippo, ed un distaccamento di emigrati lacedemoni condotti da Agesipoli, legittimo re di Sparta (559=195).
Per schiacciare immediatamente con forze superiori l'avversario, si chiamarono sotto le armi non meno di 50.000 uomini, e, trascurando le altre città, fu subito investita la capitale stessa; ma ciò non ostante non si raggiunse lo scopo desiderato.
Nabida aveva messo in campo un ragguardevole esercito ammontante a 15.000 uomini, 5.000 dei quali erano mercenari, ed aveva nuovamente consolidata la sua signoria con un vero terrorismo, facendo mettere a morte in massa tutti gli ufficiali ed abitanti del territorio che gli fossero sospetti.
E quando, dopo i primi successi dell'esercito e della flotta dei Romani, egli stesso si decise a cedere e ad accettare le condizioni relativamente vantaggiose offertegli da Flaminino, «il popolo» cioè la massa dei predoni a cui Nabida aveva accordato domicilio in Sparta, temendo, e non a torto, che alla vittoria seguisse il giudizio, e tratto in errore dalle solite menzogne sulla natura delle condizioni di pace e sull'appressarsi degli Etoli e degli Asiatici, respinse la pace offertagli dal generale romano e ricominciò la lotta.
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Storia di Roma
3. Dall'unione d'Italia fino alla sottomissione di Cartagine
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 371 |
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