(13) Onde l'espressione di Gerone (LIV., 22, 37): sapere egli che I Romani non si servivano d'altri fanti e cavalli che dei Romani e Latini e che impiegavano gli «stranieri» tutt'al più fra le truppe armate alla leggera.
(14) Uno sguardo alla carta geografica basta a provarlo, ma si aggiunse la memorabile concessione fatta ai Centoripini di stabilirsi in Sicilia ove loro meglio gradisse. Come spie dei Romani essi abbisognavano della massima libertà. Pare del resto che Centoripe sia stata una delle prime città greche passate dalla parte de' Romani (DIODORO, 1, 23, p. 501).
(15) Questa distinzione tra l'Italia come continente romano o giurisdizione consolare e il territorio oltremarino o giurisdizione pretoria appare in molte occasioni già nel sesto secolo. Il precetto rituale che vietava a certi sacerdoti di allontanarsi da Roma (VAL. MASS., 1, 1, 2) fu interpretato nel senso che non era loro permesso di passare il mare (LIV., Op., 19, 37, 51. TAC., Ann., 3, 58, 71, CIC., Phil., 11, 8, 18; confr. LIV., 28, 33, 44, Op. 59). Qui occorre far cenno dell'interpretazione data nel 544 all'antica legge, il console non poter eleggere il dittatore che sul «suolo romano» nel senso che il suolo romano comprendeva tutta l'Italia (LIV., 27, 5). L'ordinamento del paese celtico tra l'Alpi e l'Appennino in una giurisdizione speciale, diversa dalla consolare e soggetta ad uno speciale magistrato stabile, ebbe luogo soltanto sotto Silla. A nessuno verrà in mente di opporre che sino dal sesto secolo si fa sovente menzione della Gallia e di Rimini come d'una provincia d'uno dei consoli.
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Storia di Roma
3. Dall'unione d'Italia fino alla sottomissione di Cartagine
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 371 |
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