Questa narrazione poco si combina colla accreditata esposizione degli annali romani, secondo la quale i Romani si accontentarono della metà del territorio; e per chiarire la scomparsa dei Boi italici non occorre, a dir vero, attribuirla ad un'espulsione violenta, se si considera che anche le altre popolazioni celtiche scomparvero non molto meno rapidamente e completamente dal novero delle nazioni italiche, benchè siano state molto meno molestate dalla guerra e dalla colonizzazione. Altre relazioni vogliono derivare i Boi stanziati sulle rive del Balaton dal ceppo principale della nazione che anticamente era stabilito in Baviera ed in Boemia, sino a che tribù tedesche lo spinsero verso mezzodì. Ma tutte le narrazioni lasciano il dubbio se i Boi, che noi troviamo presso Bordeaux, sulle rive del Po e in Boemia, siano veramente rami d'uno stesso ceppo, o non vi sia invece soltanto un'analogia di nome. Sembra che l'ipotesi di Strabone non si fondi che su una deduzione di simile analogia come gli antichi spesso inconsideratamente la applicarono pei Cimbri, pei Veneti e per altri.
(35) Di questo luogotenente è stato trovato da poco in una lastra di rame in vicinanza di Gibilterra, conservata ora nel museo di Parigi, il seguente decreto: «L. Emilio, figlio di Lucio, imperatore, ha disposto che gli schiavi degli Hastensi (Hastaregia, poco lontano da «Horas de la frontera») abitanti nella torre di Lascuta (nota per mezzo di monete e per mezzo di PLINIO 3, 1, 15, ma di posizione incerta) dovevano essere liberi, dovevano possedere anche in seguito il suolo e il luogo che possedevano prima, finchè piacesse al popolo e al senato romano.
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Storia di Roma
3. Dall'unione d'Italia fino alla sottomissione di Cartagine
di Theodor Mommsen
Stampa Aequa Roma 1938
pagine 371 |
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